N O N E R A

progetto selezionato per il bando radar 2018 di ERT - Emilia Romagna Teatro



P R O G E T T O
La scena è divisa in cinque spazi separati da quattro grandi sipari di tulle bianco. Il tulle è la nostra nebbia. Davanti al primo sipario il protagonista, dietro ognuno dei quattro sipari le donne. Il protagonista possiamo distinguerlo, indossa un lungo capotto blu scuro e fuma sigarette, sta spesso di schiena, si mostra poco. Nella sua sezione di palco pochissimi oggetti. Le quattro donne dietro di lui invece non riusciamo a vederle con chiarezza, offuscate dagli strati di nebbia. Ne percepiamo la presenza, ne studiamo i movimenti, lenti, ma non riusciamo a distinguerle. L'uomo inizia a raccontare la sua storia, con lentezza e con lunghe pause di silenzio. Concluso il suo racconto si apre il primo sipario e nella seconda porzione di palco vediamo altri oggetti, che si sommano visivamente ai primi, come pezzetti di un puzzle costruiscono un'immagine, della quale ancora non abbiamo un'idea precisa. Insieme agli oggetti la prima donna. La narrazione del nostro protagonista ricomincia da capo, le stesse parole, le stesse pause. La differenza è che ad ogni pausa la donna, apparsa dietro il primo sipario, incastra la sua storia che si intreccia con quella dell'uomo in primo piano. La narrazione procede così, ogni racconto si conclude e ricomincia non appena si apre un sipario. Ad ogni giro la storia del nostro protagonista si sovrappone sempre più con quelle delle quattro donne. Alla fine del racconto tutti i sipari sono aperti, la nebbia si è diradata, le persone si incontrano e la storia è completa. Nessuno oltrepassa il suo spazio vitale, ma tutti riescono a percepirsi, a vedersi. La visione della scena cambia continuamente, ogni muro di nebbia che si dirada, lascia scoperti oggetti che sommati costruiscono un'immagine via via più precisa. Ognuno ha un percorso che si ripete ciclicamente, lo stesso numero di passi, gli stessi gesti, le stesse parole, però tutte le volte che si scopre un personaggio è come se gli altri subissero un mutamento interiore. Ecco che sopraggiungono tic e nuovi dettagli della loro personalità che dietro i muri di nebbia non eravamo in grado di cogliere.


Regia e scenografia: Federica Amatuccio
Drammaturgia: Teatro dei Servi Disobbedienti
Musiche: Andrea Gianessi
IN SCENA: Roberto Durso, Margherita Kay Budillon, Francesca Nardi, Francesca
Bertolini, Manuela Davoli